Buongiorno Avvocato Bozzelli, grazie per essere qui con noi oggi. Il suo nuovo libro
“Cartolarizzazioni: Manuale Teorico-Pratico Per Il Giurista” ha suscitato grande interesse.

  1. Può dirci cosa l’ha ispirata a scrivere questo libro?
    «Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia», scriveva più di quattrocento anni fa Tommaso Campanella, filosofo calabrese e Napolitano (viene da sorridere quando si legge dei personaggi illustri degli Stati preunitari come il Regno di Napoli, di cui l’Italia si appropria, insieme ai primati, lasciando ai mali, come la criminalità organizzata, il marchio di “meridionale”). Ecco, i tre mali estremi citati da fra Tommaso mi sembrano particolarmente attuali: sono gli stessi che tuttora affliggono la società e anche le aule di Giustizia italiane, da Nord a Sud. La ricchezza italiana, fatta prevalentemente di case e aziende, sta passando di mano e fa gola ai grandi investitori stranieri, disposti a tutto pur di accaparrarsi i nostri beni, anche grazie ad alchimie contabili bancarie, teoricamente legali, chiamate SPV (acronimo di Special purpose vehicle), ovvero società veicolo per la cartolarizzazione dei crediti. Sintetizza bene lo schema Felice Manti, giornalista d’inchiesta de Il Giornale, che mi ha onorato della sua prefazione. Non sono più le banche a richiedere il pagamento dei crediti da finanziamento, ma piccole società private, che appartengono a gruppi finanziari e fondi speculativi internazionali: il denaro degli italiani che viene recuperato dalla liquidazione del patrimonio immobiliare a garanzia dei crediti sorti in Italia sta prendendo la via dei paradisi fiscali. In pratica stanno comprando l’Italia sottocosto e li si lascia fare, anzi si agevola questo sistema: qui non resta più nulla. Nelle aule in cui dovrebbe applicarsi la Giustizia vi è molta confusione (oltre all’affollamento): si predilige troppo spesso la celerità dei processi all’approfondimento delle questioni giuridiche; si antepongono le ragioni dell’economia nazionale e gli interessi del sistema bancario alla verifica dei diritti di tutte le parti in causa. Anche la Cassazione non si sottrae alla preferenza della speditezza e della riduzione del contenzioso, rispetto all’applicazione delle garanzie di legge.
  1. Il libro è descritto come uno studio approfondito con taglio operativo. In che modo
    questo approccio pratico differisce da altri testi disponibili sull’argomento?

    Innanzitutto tengo a precisare che, non provenendo dal mondo accademico, ho dovuto
    personalmente acquistare i moltissimi testi consultati sulla materia (alcuni in parte già facevano parte della mia biblioteca personale). Quando si scrive per conto dell’università, chiaramente si ha a disposizione gratuitamente tutti i testi; spesso le migliori riflessioni provengono da pubblicazioni in riviste specializzate e se non sei abbonato le devi acquistare: credo a questo punto di essere uno dei più “abbonati” d’Italia. La cartolarizzazione è un tema molto tecnico: viene affrontato prevalentemente sotto il profilo finanziario (come si costruisce l’operazione, i titoli sottostanti ABS: asset back securities, se si tratta di acquisti single name o in blocco, se si verifica il true sale o il debito resta “in pancia” al cedente); si prediligono i commenti prêt-à-porter: a chi va di fretta interessa la semplice raccolta della giurisprudenza sul punto e in giro si vede molto copia/incolla. Invece, io ho cercato di pormi dei quesiti veri, anche complessi, e di accogliere la sfida dello studio, anche proponendo soluzioni giuridiche diverse dal solito: innovative, se vogliamo. Si dice spesso che le leggi esistono, bisogna applicarle: questo nella materia delle cartolarizzazioni è quanto mai vero. Applicando la normativa, larga parte del contenzioso potrebbe essere evitato, con notevoli risparmi di tempo e di denaro, nonché con la tutela dei diritti di tutti, dei creditori ma anche dei debitori. Nella mia attività professionale ho verificato che la mancanza di approfondimento degli istituti di base provoca la maggiore parte dei danni: i miei maestri mi hanno insegnato che una
    brutta sentenza del giudice è frutto spesso di una pessima domanda dell’avvocato. Il taglio operativo è dato da una serie di “eccezioni difensive” che il difensore del debitore può proporre per costringere alla verifica dei propri diritti, che spesso non sono sorvegliati attentamente (come si dovrebbe) dal giudice, per ragioni cui posso accennare.
  1. Può spiegare l’importanza della recente giurisprudenza in materia di cartolarizzazione
    dei crediti e come questa ha influenzato il contenuto del suo libro?

    La produzione giurisprudenziale sul tema è influenzata da diversi fattori, che diventano
    preponderanti rispetto alle esigenze di Giustizia: interesse dell’economia nazionale, tutela del sistema creditizio (specie nei governi tecnici degli ultimi anni), celerità dei procedimenti e smaltimento dell’arretrato. Comprendiamo tutti le difficoltà in cui un giudice si trova oggi a lavorare, con il sottodimensionamento delle piante organiche e, specie nei piccoli centri, con l’impossibilità di specializzarsi nelle specifiche materie, dovendo trattare di tutto, dalle locazioni alle separazioni, ai pignoramenti alle cartelle esattoriali: il sistema giudiziario è evidentemente in crisi e i giudici ne sono vittima. Pur tuttavia non sono accettabili certe pronunce che disapplicano il diritto europeo e italiano, addirittura prediligono alcuni interessi costituzionali ad altri, altrettanto fondamentali (ad es. la tutela dell’economia nazionale è pari alla tutela del risparmio). Per questo,
    rivendicando il primato della dottrina sulla giurisprudenza (eh sì, anche i giudici hanno dovuto studiare gli autori!), evidenzio che adeguarsi a un precedente è molto più facile che sforzarsi di creare giurisprudenza nuova. Eppure spesso le soluzioni arrivano proprio dal passato, dall’epoca in cui — senza fretta e con maggiore rispetto — si applicava rigorosamente la legge. Oggi ti senti dire frequentemente dal giudice “Avvocato, non se la prenda, tanto può fare l’appello”: una volta l’appello era una manifestazione di disistima e si ponderava con attenzione, anche cortesemente preavvisando il giudice, che infatti se ne dispiaceva. Nel 2024, in epoca di banche dati pubbliche, una cattiva sentenza impiega ben poco a essere richiamata come precedente: questo sta creando una deriva nel nostro sistema giudiziario di Civil law, sempre più tempestato di infiltrazioni di Common Law anglosassone, dove il precedente vale come una legge.
  1. Per chi è principalmente pensato questo manuale? Ci sono particolari figure
    professionali o settori che ne trarranno maggior beneficio?

    Innegabilmente, gli avvocati e i magistrati che si occupano di espropriazioni immobiliari che derivano da credito cartolarizzato sono i principali interessati alle materie trattate nel volume. Ma anche gli ausiliari del giudice, custodi e e delegati alle vendite. Le attività di vendita giudiziale oggi vengono di fatto delegate a professionisti privati ( avvocati e notai), che sono nominati dal giudice: ormai la Giustizia è solo “supervisionata” dal giudice, ma in sostanza è delegata ad esperti professionisti. E in nome della celerità della procedura, altrettanto spesso ci si dimentica di verificare approfonditamente le ragioni di tutte le parti e di tutelare i diritti specialmente quelli dei consumatori. Eppure l’Europa ci ha più volte “bacchettato” e ha imposto la prevalenza del diritto UE sulle tutele dei consumatori rispetto a quello nazionale. In effetti, anche chi non riesce a pagare il proprio debito ha dei diritti, che devono essere rispettati, quand’anche fosse colpevole di inadempimento: questo dovrebbe avvenire in uno Stato di diritto, in cui concediamo la tutela difensiva anche a un reo confesso. Ma il libro non è destinato esclusivamente al difensore del
    debitore: esso rappresenta gli esiti di uno studio che il giurista — magistrato, avvocato o studioso — troverà utile, ragionando senza partito preso, alla ricerca della soluzione giuridicamente più
  1. Nel corso della sua carriera, ha avuto modo di confrontarsi direttamente con casi di
    cartolarizzazione. Quali sono le sfide più comuni che ha riscontrato e come il suo libro può aiutare i professionisti a superarle?

    La legge sulla cartolarizzazione (n.130 del 1999) è una legge speciale, che si inserisce nell’impianto normativo generale del codice civile e poi nel sistema delle norme di diritto bancario di cui al Testo unico (d. lgs. n. 385 del 1993). Alcuni criteri sono chiari e fondamentali: si agevola la circolazione dei crediti bancari e si ripuliscono i bilanci delle banche dalle passività, mediante una forma di vendita semplificata, che però ha le sue regole, che vanno seguite. Le banche e le finanziarie che non ricevono regolarmente i pagamenti, cedono i propri crediti (NPL: non performing loans) a società private che pagano circa tra il 25 e il 40% del valore, secondo Banca d’Italia); queste poi tentano di recuperare l’intero importo del credito maggiorato di interessi e spese, quindi il 110-120% e anche più. Altro che super bonus edilizio! Tutto ciò che le SPV recuperano nelle procedure giudiziali, oppure in fase stragiudiziale (sono noti i metodi fin troppo insistenti delle società di recupero, che bombardano telefonicamente i debitori) viene segregato in un patrimonio separato che non può essere attaccato da nessuno, fuorché dagli investitori, ovvero coloro che hanno comprato i titoli obbligazionari emessi per l’acquisto dei crediti cartolarizzati. Nessuno si chiede come si si possa garantire al debitore — qualora avesse ragione nella causa e il prezzo ricavato dall’espropriazione dei suoi beni dovesse essergli restituito — che la società di cartolarizzazione sia costretta alla restituzione del maltolto? Si tratta di un sistema tutelato dalla legge e chi solleva la questione è considerato un problema, un impedimento al fluido esaurimento della pratica: siamo alla burocratizzazione dei diritti!
  1. Può darci un’anteprima di qualche tema o argomento specifico trattato nel libro che
    ritiene particolarmente rilevante per i giuristi di oggi?

    Solo per fare alcuni esempi delle questioni affrontate nel libro, si parta dalla considerazione che i crediti irrecuperabili (o probabilmente irrecuperabili: UTP, unlikely to pay) vengono normalmente ceduti in blocco: ovvero il debitore non riesce agevolmente a identificarsi nella massa dei crediti ceduti. La notizia della cessione appare sulla Gazzetta Ufficiale e questo alla maggior parte degli operatori del diritto appare sufficiente, per far sapere a tutti che sia stato concluso un contratto di cessione. Eppure, la Cassazione ha chiarito da tempo che questo non basta al creditore e per consentirgli di agire per il recupero del credito che fu della banca: sono necessari ulteriori adempimenti, che spesso i giudici in merito dimenticano di verificare. Allora si crea una giurisprudenza di merito, puntualmente richiamata dalle successive decisioni di altri giudici poco attenti, secondo cui basta la notizia della cessione del credito o il rinvio a un sito web o una semplice dichiarazione per dimostrare che la SPV è titolare del credito. In nome di questa presunta
    titolarità si avvia o si prosegue nel pignoramento immobiliare, che invece dovrebbe essere impedito o almeno sospeso, fintanto che non si accerti chi sia l’effettivo proprietario del credito. Spesso i crediti si cedono due o più volte. Se non fossero in gioco i famosi interessi dell’economia nazionale e del sistema bancario, chi crede che un qualsiasi giudice si sognerebbe mai, ad esempio in una diatriba tra imprenditori, di accettare che un’esecuzione forzata venga avviata da parte di uno che dice di avere una cambiale, ma poi non la mostra mai? Eppure nelle aule di Giustizia non si vede mai uno straccio di contratto di cessione dei crediti: è impossibile verificare i diritti, ma si procede lo stesso. Oppure, in una contesa tra eredi, si accetterebbe mai che — ad esempio — un nipote
    intaschi il prezzo della vendita del bene del nonno deceduto, finché non si accerti se ne era diventato effettivamente erede? Ecco, la stessa attenzione ai principi basilari del diritto non si rinviene nelle aule di Giustizia, in relazione a chi si propone come titolare di crediti cartolarizzati ed espropria famiglie e imprese. Inoltre, spesso si assiste ad azioni proposte da società di recupero credito che possono agire solo in via stragiudiziale, in forza di una licenza amministrativa rilasciata dal Prefetto, mentre la legge riserva espressamente le attività di recupero crediti cartolarizzati a banche e intermediari finanziari iscritti negli albi e vigilati da Banca d’Italia. Tra le buone prassi bancarie, stabilite dall’autorità di vigilanza, vi è anche la possibilità di esternalizzare alcuni servizi, cioè delegare a soggetti esterni lo svolgimento di alcune funzioni bancarie, ma ciò non consente di delegare a terzi le attività che la legge riserva esclusivamente a banche e finanziarie iscritte negli albi (perché ogni prassi, per quanto “buona” non può mai contravvenire alla legge). Nel libro sono anche affrontate le questioni relative all’inclusione o meno di tutti i privilegi e delle garanzie
    collegate al finanziamento, tra quelle che vengono automaticamente cedute a chi acquista il credito; si approfondiscono le regole di efficacia delle cessioni in blocco dei crediti, le eccezioni relative ai crediti ceduti, le caratteristiche e attività riservate al Servicer (banche e intermediari finanziari che gestiscono e incassano i crediti cartolarizzati), i limiti e regole del recupero dei crediti cartolarizzati. Infine — occupandomi anche di antiriciclaggio e responsabilità degli enti — ho esaminato anche le connessioni con altre normative, privacy e antiriciclaggio, per aiutare l’operatore a districarsi tra titolarità effettiva dell’ente ed effettiva titolarità dei crediti ceduti.
  1. Il suo ruolo come avvocato cassazionista e la sua esperienza nello Studio Legale
    “BG&P-ufficiolegale.com” le hanno sicuramente fornito una prospettiva unica. Come ha
    influito questa esperienza sulla scrittura del manuale?

    Sulla Cassazione, mi sono già espresso. Vedersi accogliere un ricorso alla Suprema Corte è
    diventata un’impresa. Eppure il supremo giudice dovrebbe fornire una impostazione, come si dice nomofilattica, ovvero di orientamento univoco delle decisioni di merito, secondo la legge. Invece si assiste a contrasti anche all’interno delle stesse sezioni della Suprema Corte, ai giudici di merito che non ascoltano l’orientamento di legittimità: in sostanza è il caos giudiziario. Quotidianamente, si presentano al mio Studio Legale consumatori e imprese che sono sotto la minaccia di esecuzione forzata o hanno addirittura già in corso un pignoramento immobiliare o dei propri beni, da parte di SPV e società di recupero: rischiano di perdere — e perdono — la casa e l’attività (anche questa è questione di economia nazionale) con aste che svendono i beni, per non aver pagato regolarmente
    un mutuo o un credito bancario. In definitiva, dalla mia piccola statistica professionale, ritengo che il sistema economico stia collassando, sotto la crisi della Giustizia, prima che per la crisi economica, che non si vede immediatamente. Larga parte di finanziamenti bancari i degli ultimi anni hanno ricevuto la garanzia statale: questo rappresenta un tema col quale tutti gli operatori del diritto e i governi dovranno confrontarsi, già a partire da quest’anno e nei prossimi a venire (in tal caso, praticamente la banca riscuote 80% del credito dallo Stato, se il debitore non riesce a pagare). La povera Italia aumenta in tal modo il debito pubblico, incrementando la tassazione dei cittadini onesti e riducendo i servizi pubblici.
  1. Quali sono le sue aspettative riguardo all’impatto che questo libro avrà sulla pratica
    giuridica della cartolarizzazione dei crediti in Italia?

    Del libro farò omaggio, nei limiti in cui l’editore mi fornirà copie autore, ai magistrati più attenti che si occupano della materia (che spesso mi hanno dato torto), ma anche a quelli meno attenti, con la speranza di poter imbastire un dibattito costruttivo. Mi auguro che l’editore e le riviste specializzate vorranno creare occasioni di incontro e di confronto sulla materia, anche con altri autori, affinché del problema dell’applicazione delle regole (tutte, non solo quelle a tutela del creditore e dell’interesse del sistema bancario) se ne parli con il dovuto approfondimento delle tematiche di dottrina e dei precedenti giurisprudenziali. Mi aspetto anche che si discuta preventivamente della supremazia del diritto eurounitario rispetto a quello interno, prima che la Corte di giustizia UE non bacchetti nuovamente i giudici nazionali e il governo italiano per la mancata applicazione di tutele effettive nei confronti dei consumatori. Mi aspetto anche che la normativa antiriciclaggio venga
    applicata in tutti i settori (non solo costringendo gli Studi professionali, specie notarili,
    all’applicazione della legge e alle pesantissime sanzioni), incluso quello della cartolarizzazione, che secondo i dati del Ministero della giustizia, dell’Interno e degli Organismi investigativi e giudiziari è un settore ampiamente infiltrato dalla criminalità, tramite fondi speculativi internazionali opachi. La legge insomma sia uguale per tutti!
  1. Ci sono dei consigli che darebbe ai giovani avvocati che si avvicinano per la prima
    volta al tema della cartolarizzazione dei crediti?

    Il diritto bancario è una materia meravigliosa, di cui – con tutte le criticità e le storture – sono innamorato. Suggerisco a tutti i giovani in generale di studiare, di investire il primo denaro nell’acquisto di testi giuridici e di approfondire le materie prima di lanciarsi nell’applicazione pratica, mediante redazione di atti giudiziari. Io stesso, ancora, dopo trent’anni di attività professionale (ho iniziato come praticante procuratore legale nel 1994) spendo moltissimo per l’acquisto di testi, codici e banche dati. Rivendico — come ho già detto — la prevalenza della dottrina e degli studi giuridici, rispetto alla pratica forense e alla produzione giurisprudenziale. Studiare e approfondire i testi giuridici e i commenti degli autori rappresenta necessariamente un antecedente logico e culturale rispetto all’attività pratica, sia della produzione degli atti da parte dei difensori, che delle pronunce da parte dei giudici. Di praticoni pseudo esperti del copia/incolla vi è grande abbondanza e francamente non se ne sente necessità. Viceversa le professioni si dirigono verso la specializzazione già da molti anni: per un giovane diventare esperto in una specifica materia è ormai l’unica strada per il successo in una professione, come quella legale, messa in crisi da diversi fattori, non ultimo la privazione dell’oralità e le udienze telematiche, che hanno sottratto all’avvocato il confronto orale con il giudice.
  1. Infine, ci può anticipare se ha in programma altri progetti editoriali o se sta lavorando
    a nuovi studi che potrebbero seguire questo manuale? …

    Praticamente, ogni due anni scrivo un libro. Quasi vent’anni fa decisi di divulgare nei piccoli segreti professionali, superando quella iniziale fase di reticenza, convinto che la condivisione delle mie idee e delle mie strategie avrebbe portato ad una diffusione esponenziale delle stesse. Come ho detto, mi è stato insegnato che una buona sentenza è frutto di una buona domanda, in quanto il giudice non può pronunciarsi (salvo rari casi) se non sulle domande proposte dagli avvocati. Allora bisogna fare le domande giuste, documentandosi e studiando profondamente le materie, prima di scrivere. Il prossimo progetto è innanzitutto l’ edizione aggiornata del “Nuovo Manuale Antiriciclaggio 2022”, del quale sono coautore per la stessa casa editrice, con altri due esperti della materia. Seguirà un “Vademecum antiriciclaggio per gli studi legali”, per diffondere la cultura di
    questa materia nella classe forense. Infine, sto pensando a una riedizione del libro “La
    documentazione nelle controversie bancarie”, nel quale promossi diverse strategie che hanno trovato poi successo in giurisprudenza, come l’obbligo di consegna della documentazione da parte degli istituti di credito anche oltre il periodo decennale, periodo al quale normalmente si limitavano (contro la legge); oppure l’utilizzo della consulenza tecnica preventiva finalizzata alla conciliazione della lite (art. 696 bis c.p.c.) e dell’azione di rendiconto (art. 263 c.p.c.) per ottenere la documentazione andamentale del rapporto; oppure infine l’inutilizzaiblità del mutuo “condizionato”, che non attesta l’effettivo spostamento di denaro dalla banca al cliente, come titolo esecutivo ai sensi dell’art. 474 c.p.c., in aperto contrasto con l’opinione giurisprudenziale in quel momento vigente (poi la storia mi ha dato ragione: oggi la Cassazione ha cambiato orientamento, nel senso da me indicato). Il libro “La documentazione” fu pubblicato a giugno 2021, non ebbe la meritata promozione da parte dell’editore, perché — mi dissero — troppo a ridosso delle ferie
    estive. Siccome anche stavolta, la pubblicazione avviene nello stesso periodo (con altro editore però), mi auguro che non vi sia la stessa disattenzione: ogni libro è un pezzo della mia vita e cosa ci posso fare se la professione mi consente di lavorare solo in questo periodo?

Grazie mille, Avvocato Bozzelli, per il tempo che ci ha dedicato. Auguriamo grande successo al suo libro “Cartolarizzazioni: Manuale Teorico-Pratico Per Il Giurista” e alla sua carriera professionale.

– Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

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