La sociologia del terzo millennio, diventa la scienza politica per antonomasia, ovvero, una “scienza delle connessioni” fra comportamento sociale, mutamento sociale, mutamento economico e mutamento delle istituzioni.
Oggi e in futuro prossimo si riterrà sempre più necessaria la costituzione di un laboratorio di idee per la stesura di un grande e nuovo programma politico che sappia incrociare le esigenze dei cittadini con le istituzioni e l’economia.
Ovvero una sorta di rifondazione della politica che unisca lo stato al territorio, che unisca la sicurezza e la cultura socioeconomica.
Oggi sappiamo che le istituzioni cambiano lentamente e tale lenta dinamica è diventata un ostacolo dispendioso, mentre la società e gli uomini sono profondamente cambiati e velocemente cambieranno: tutti cerchiamo velocemente la qualità della vita … durante il nostro tempo !
Compito della nuova politica, è capire questo cambiamento e dirigerlo. Bisogna comprendere e studiare quello che sta accadendo, per poi, velocemente inserirlo come base di un programma politico anch’esso in mutazione continua e all’unisono con il cambiamento sociale.
Insomma, una sociologia politica applicata: ovvero “scienza dinamica delle connessioni” fra mutamento sociale, mutamento istituzionale e mutamento delle esigenze e dei bisogni dei cittadini.
La nuova sociologia politica mantiene inscindibilmente insieme, istituzioni, processi, gestione socioeconomica, bisogni sociali e libertà individuale, quindi, in accordo con Braungart e Kimmerling, non possiamo che tenerne conto sempre di più nell’ azione politica.
Anche la sociologia del secolo passato, quella di Comte, Tocqueville, di Pareto, di Weber, seppur in presenza di un mutamento sociale molto più lento di quello di oggi, non disgiungeva la dimensione politica dalle altre dimensioni della vita sociale (stato, governi, cultura, consuetudini, educazione, territorio, localizzazione, risorse, economia, creatività). Quindi, oggi e in futuro, per avere l’approvazione sociale della guida politica, è necessario comprendere i bisogni che l’umanità chiede a gran voce. Di qui, la necessità di sviluppare e divulgare un programma politico che rispecchi e rispetti questi bisogni, un programma politico di cambiamento di quello stato così come è stato immaginato in oltre 2000 anni di storia, un programma politico sicuramente rivolto al presente ma soprattutto al futuro, che non abbia, i germi degli errori programmatici del passato.
Con il contributo di Prof. Antonio Romano